4 esempi per fare una buona Content Curation

content curation


C’è un problema di base che circonda l’universo della content curation: la superficialità.

Molti professionisti che decidono di dare valore al proprio business attraverso questa attività, infatti, credono che sia sufficiente selezionare e ripubblicare link più o meno interessanti per fare content curation.

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Certo, anche questi passaggi sono fondamentali. Ma non sono sufficienti, soprattutto se vuoi raccogliere dei risultati interessanti.

Fare content curation vuol dire condividere, ma anche selezionare in base alle esigenze del proprio target e arricchire, dare valore nuovo. Inedito. Personale.

Il valore lo puoi dare trovando fonti interessanti (fa sempre comodo rinfrescare il feed reader), lo puoi dare organizzando queste fonti con dei tool specifici come Storify e Scoop.it. Ma anche arricchendo ciò che hai selezionato con rating, commenti, approfondimenti e aggiornamenti. Senza dimenticare il lavoro (utilissimo) dei tag.

Tutto questo si spiega bene su un piano teorico. Perché non cerchiamo di arricchire questi principi con degli esempi pratici per capire come fare una grande content curation? Io ne ho trovati quattro degni di nota!

Robin Good

Uno dei punti di riferimento della content curation in Italia è sicuramente Robin Good. Da sempre Robin sottolinea l’importanza di questa specializzazione, e soprattutto delle persone che devono occuparsi di questo settore così delicato.

Robin Good ha scritto diversi articoli sull’argomento, ma il modo migliore per comprendere la sua idea di Content Curation è ammirando il lavoro che svolge ogni giorno sulla piattaforma Scoop.it: ogni tema ha un canale specifico, e ogni singolo aggiornamento viene introdotto da didascalie e arricchito con il contributo del curatore.

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Aspetto interessante: c’è formattazione, ci sono altri link di approfondimento, ci sono contatti utili per approfondire. Quella che fa Robin Good, in poche parole, è vera content curation.

FedEx

Parliamo un po’ dei brand con una notizia selezionata da Content Marketing Institute. Alcuni anni fa, FedEx ha pubblicato Bailout Brown, un sito per raccogliere informazioni contro la concessione di fondi di salvataggio attraverso un disegno di legge della Federal Aviation Administration.

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Piuttosto che creare del contenuto originale, FedEx ha selezionato prestigiose pubblicazioni dal The Washington Times e The National Review che erano d’accordo con il suo punto di vista, e hanno aggiunto credibilità alla sua posizione.

Aspetto interessante: in questo caso la content curation è stata fatta guardando in alto, prendendo delle fonti autorevoli dal web per sottolineare l’importanza di una causa. Il punto di vista della FedEx poteva sembrare di parte ma grazie al contributo delle fonti autorevoli ne ha guadagnato di credibilità.

Craked

Craked è uno dei principali siti umoristici americani. Ma, come suggerisce Northcutt, se lo osservi con attenzione puoi scoprire un ottimo esempio di content curation. Questo portale si contraddistingue, infatti, per la capacità di creare divertenti list article utilizzando notizie e informazioni già note.

Si ripubblicano foto, si ripubblicano scene di film, si ripubblicano elementi notizie ed eventi della vita quotidiana in queste liste puntate. E in ogni articolo non c’è una semplice enumerazione dei fatti. In ogni articolo c’è un valore aggiunto, ovvero l’ironia. Ti lascio qualche esempio:

Aspetto interessante: la content curation può essere parte integrante di un progetto editoriale, e non solo attività da rilegare a piattaforme specifiche. La content curation si fa sempre, in qualsiasi momento, anche quando si pubblicano liste di risorse già note.

Intel

Ancora un esempio di content curation preso da Content Marketing Institute. Un po’ di tempo fa, infatti, Intel ha lanciato iQ, una rivista online molto particolare perché si rivolge ai consumatori, ma non viene aggiornata da una redazione. Viene aggiornata dai dipendenti aziendali.

iq

I contenuti attraversano un filtro algoritmico della Intel che seleziona una serie di fonti, ed è proprio dopo il filtraggio che entrano in gioco i dipendenti della grande azienda informatica. Nel 2012 erano circa 160 gli impiegati coinvolti in questo progetto, ma l’obiettivo della Intel era quello di raggiungere numeri ben più alti.

Aspetto interessante: la content curation non è solo uno strumento per il singolo, ma per il team, Un team in costante crescita. Non è più solo l’idea individuale a creare valore ma quella di una squadra. In questo caso è prima di tutto il brand a godere dei benefici della content curation.

Vuoi fare anche tu content curation

Come vedi non è semplice lanciarsi in questa avventura, o almeno farlo in modo da ottenere buoni risultati. La content curation fatta nel modo giusto, dando valore aggiunto alle notizie selezionate, è un processo che può diventare difficile da affrontare.

Al tempo stesso sta diventando un’attività importante, perché gli utenti finali hanno bisogno di questo lavoro: hanno bisogno di qualcuno che selezioni, categorizzi e arricchisca le informazioni migliori.

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