Google e l’attribuzione di contenuti agli autori con il microformato rel=”author”



Google ha annunciato lo scorso 7 giugno di aver cominciato a indicizzare l’attribuzione di un contenuto agli autori relativi, non solo ai siti web sui quali sono presenti.

I link associati all’autore di una pagina adesso possono avere il codice rel=”author” e Google capirà che il nome linkato è l’autore della pagina linkata. Questo è un cambiamento significativo per l’equilibrio fra autorevolezza dei siti e gli autori che creano i contenuti per essi.

Ad esempio, in questo link potete vedere il mio nome linkato con il rel=”author” nel codice HTML. Questo consente a Google di mostrare indipendentemente il contenuto proprio di un autore nei risultati di ricerca.

Google ha lavorato con un gruppo di grandi publisher per realizzare tecnicamente questo piccolo cambiamento e il markup adesso è automaticamente incluso in tutti i contenuti postati su Blogger e Youtube.

Google afferma che questo microformato viene usato in aggiunta al XFN rel=”me” standard e al nuovo e controverso sistema di microdati Schema.org.

Come ha scritto il Google engineer Othar Hansson concludendo l’annuncio, “Sappiamo che il contenuto valido deriva da autori validi, e stiamo cercando con attenzione dei metodi affinché questo markup ci aiuti a enfatizzare gli autori e posizionarli nei risultati di ricerca organici”.

L’adozione diffusa del rel=”author” su un web fatto di dati accessibili a tutti potrebbe creare un’ampia varietà di altre possibilità. Non c’è ragione di credere che Google sarà l’unico ad utilizzare questo markup strutturato. Ciò che è stato creato in una modalità accessibile dai programmi, standardizzata e pubblica può essere misurato, monitorato, ottimizzato e molto altro ancora.

Adesso il lavoro, e il successo, di particolari autori sarà tracciabile attraverso siti web e piattaforme di publishing online.

Considerazioni

Sono molti gli scenari futuri che potrebbero diventare realtà come risultato di questa implementazione. Per esempio immaginate di essere un autore famoso, che ha pubblicato nel tempo una vasta mole di contenuti di qualità, magari in futuro google potrebbe attribuire all’autore una sorta di AuthorRank. Tale valore potrebbe poi essere passato con il rel=”author” a tutti i nuovi contenuti e link pubblicati dall’autore, che quindi godrebbe dei benefici del suo storico.

Questo potrebbe rimescolare le logiche SEO e sarebbe solo una delle molte cose possibili con uno strumento di “authorship”, cioè di verifica dell’autore di un contenuto.

Per esempio il rel author sarebbe utile anche per prevenire i contenuti duplicati, situazione che si verifica spessissimo e che vede Google ancora incapace di determinare con certezza chi è il vero autore di un contenuto, come spiega Matt Kutts in questo video che trovate di seguito.

E voi che cosa ne pensate in proposito?

Fonte: Read Write Web

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7 Comments

  • Peppe Croce ha detto:

    mi sembra una cosa ottima, per due motivi. Anzi tre:

    1) si riconosce il lavoro svolto da chi crea contenuti di valore che non può più restare anonimo (altrimenti verrà sempre tentato da qualche offerta “al chilo”)

    2) si da valore economico all’autore: se mandi un cv nessuno si andrà mai a leggere i tuoi articoli, con un sistema automatizzato è tutto più semplice

    3) in teoria si può (ma non credo si farà a breve) trasportare l’autorevolezza di un autore ad un nuovo sito. Esempio: lavoro da un paio di anni per un blog/sito e mi faccio una posizione. Poi sclero con i titolari e mi vien voglia di mettermi in proprio ma temo di dover ricominciare da zero. Se però il mio nuovo sito personale si porta dietro i miei +1 personali (o robe del genere) parto con una marcia in più. E questo scoraggia chi mette i soldi a rompere le scatole a chi mette i contenuti…

    • Enrico Ferretti ha detto:

      Ciao Peppe, mi trovi assolutamente d’accordo soprattutto per quanto riguarda il punto 3, ovvero un autore attendibile e di valore, deve poter usufruire di una sorta di storico personale, andando al di là del dominio. Un saluto.

  • Giuseppe Croce ha detto:

    mi sorge un dubbio relativo ai giornali online: ci sono siti, registrati in tribunale secondo la normativa italiana, che pubblicano per intero copia e incolla i comunicati stampa.

    Esempio: http://www.radiortm.it/

    si tratta del contenuto originale e integrale che poi verrà riutilizzato/reimpastato dai giornalisti delle varie testate online locali della zona.

    Ora, due domande: un sito del genere verrà penalizzato? E, soprattutto: un giornalista che ripubblica una bella fetta del comunicato con il classico virgolettato inframmezzato da “aggiunge l’assessore” o “secondo il sindaco”, come verrà valutato?

    si potrebbe arrivare al caso limite in cui io, che ho tutti i tag a posto, vengo preso per l’autore del comunicato mentre il sito che lo pubblica integralmente (magari anche prima di me, visto che ci mette un attimo a fare ctrl c e ctrl v) viene penalizzato.

    ancor di più potrebbe essere penalizzato un sito che fa giornalismo classico online ma ha anche una sezione dedicata ai comunicati stampa.

    • Anonimo ha detto:

      Ciao Giuseppe, google solitamente attribuisce la paternità di un articolo o comunicato online alla fonte che viene spiderata per prima, quindi chi copia viene sempre visto come fonte da penalizzare. A tale proposito consiglio sempre di pubblicare article, post e comunicati e poi amplificarli su canali social tipo facebook e twitter, o su siti di news sharing, in modo da agevolare la spiderizzazione ed effettuare una sorta di rivendicazione del contenuto.

  • Simone ha detto:

    Ciao Enrico,

    Ho impostato sul mio sito l’attribuzione di un contenuto agli autori relativi e volevo sapere quanto tempo potrebbe passare prima che si veda l’articolo associato al profilo Google+Ho cercato un pò in giro ma non ho trovato nulla, magari tu lo sai… :)

    • secretkey ha detto:

      Ciao Simone, di solito se hai fatto tutto correttamente ci vuole molto poco, direi massimo una decina di giorni. Secondo me hai dimenticato qualche passaggio, oppure nel profilo dei vari autori su google plus non è impostato il tuo sito come contributore.

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